Naturalmente, il gioco e diventato sport. Le prime gare nei cieli d’America, hanno presto varcato l’Atlantico. Cosi: una coppa Europea di aquilonismo acrobatico e stata creata, dove le migliori squadre internazionali possono confrontarsi… Come guerrieri di altri tempi, i concorrenti arrivano nei luoghi dei raduni, piantano le tende, e di fronte le loro bandiere dai mille colori, ognuno con la sua divisa da gara. Per preparare le loro figure, hanno consacrato ore ed ore di allenamento e del loro tempo libero. Per trovare l’armonia con il vento con l’intercessione di un aquilone ci vogliono anni di allenamento.
I piloti che volano in squadre (team in
inglese) gli consacrano una quindicina di
ore a settimana. Come in ogni disciplina, la prova teorica
e
indispensabile. Ecco perché, prima di
lanciare in aria i loro apparecchi, prima
disegnano una "routine", cioè un piano del loro
balletto (evoluzione sincronizzata di aquiloni
su di una base musicale).
E poi, ci sono anche dei bastoncini chiamati " stick " con, piantati in cima un piccolo triangolo di cartone simbolizzante un aquilone. Come, i tre moschettieri, i piloti da team incrociano le loro spade (scusatemi, i loro bastoncini) e fanno descrivere a questi piccoli aquiloncini, le figure che eseguiranno più tardi sul terreno di gare ma questa volta in “grandezza naturale”. In questo primo approccio, si tratta prima di memorizzare la figura per poi sincronizzarla.
Durante il volo, il leader (Capo squadra)
da il tempo: "One, two, go !"
Ad ogni
"go", cambio di direzione, gli
aquiloni incatenano picchiate, cadute
simulate, degli inseguimenti e dei looping,
guidati da terra da più piloti
in "divisa ", che corrono
avanti ed indietro, movendo le loro
braccia come i tentacoli di una piovra.
Nel rumore del vento e della tela,
leader come un sergente dei Marines urla
il tempo: " One, two, go!
"
Non e facile, per i giudici che seguono tutte le esibizioni dei team, osservare con occhio severo ed imparziale le figure imposte.
Velocità costante, fluidità delle curve nelle figure, inquadramento delle figure nell’immaginaria finestra celeste, partendo da un quadrato di 100 metri di lato, tracciato al suolo.
Sullo sfondo di musica rock, looping, quadrati, cerchi, picchiate si susseguono, in solo od in treno (tre o quadro o più aquiloni uno dietro l’altro). La parola balletto non e vana, poiché se i protagonisti ballano nel cielo, al suolo e una vera coreografia che sì svolge : un passo avanti, un passo in dietro, due passi di lato e cosi via…Tutto ciò secondo dopo secondo. Sempre con il pensiero di intrecciare i cavi…